IL PUGLIESE CAZZUTO – prima puntata – Gallipoli (LE) - Agrigento Trasgressiva

IL PUGLIESE CAZZUTO – prima puntata – Gallipoli (LE) - Agrigento Trasgressiva

Abito a Parma, ma fino a 19 anni ho passato le vacanze estive dai nonni materni a Gallipoli (Lecce). L'ultimo anno, una sera, mentre con gli amici eravamo tutti in spiaggia intorno a un falò, mi sentivo stranamente consapevole che qualcuno mi stava spiando.
Non ci è voluto molto e ho capito che era Nuccio, uno sfigato della compagnia del chiosco lì vicino. Lo conoscevo solo di vista, non era molto bello e quando si emozionava balbettava un po', ma aveva qualcosa che mi attraeva. In quel periodo non avevo un ragazzo fisso, passavo da un flirt all'altro senza impegnarmi. Volevo vivere la mia giovinezza e godere dei piaceri del sesso, così sono andato all'attacco, l'jo raggiunto al bar e l'ho costretto a offrirmi una birra. Ammiccavo, gli mostravo senza vergogna lo spacco delle tette nella camicetta scollata e ondeggiavo col mio culetto rivestito solo da un mini short di jeans.
L'ho fatto guardare e parlare, a un certo punto mi sono alzata e me ne sono andata lasciandolo di stucco. Poi mi sono girata e gli ho sussurrato:
- Ti aspetto domani sera... alle 10... 
Sono tornata a casa e mi sono masturbata pensando a lui. Immaginavo il pugliese cazzuto che, docile come un agnellino, mi pennellava la fica con la lingua fino a farmi urlare e poi tirava fuori un pesce smisurato e mi scopava come una pecora.
Il giorno dopo non vedevo l'ora che venisse sera. Ho rimesso gli short e la stessa camicetta della notte prima per essere subito riconosciuta. Ho aggiunto solo una felpa annodata sulle spalle perchè c'era vento. Sono andata al chiosco sulla spiaggia e lui mi stava aspettando. Quando mi ha visto, ha iniziato a balbettare. 
- Sei... sei be-bellissima! 
- Lo so! Cosa guardi? Ti sei perso nel décolleté? 
- No... no, è so-solo che...
Ci siamo incamminati nell'oscurità della notte, Nuccio era super emozionato e non parlava per paura di balbettare e io avevo gli ormoni bollenti. Ho pensato: “Se non prendo l'iniziativa, questo qui non combina niente...”. Alla prima panchina un po' nascosta gli ho detto di sedersi, mii sono accomodata sulle sue gambe e ho cominciato a dargli la lingua in bocca. Il suo cuore batteva come impazzito mentre gli mordevo le labbra, e lui iha subito avuto un'erezione totale. Non potevo resistere, dovevo pescare il suo pesce. Quando ho aperto i bermuda e l'ho preso in mano, sono rimasta scioccata. Non era un semplice cazzo... era un mostro! 
- Per... perfa-perfavore... non... non ti spa-spa-spaventare...
- Chi... io? Non ci penso nemmeno! Dobbiamo solo andare in un altro posto. Aspetta un attimo...

CONTINUA

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