• Pubblicata il
  • Autore: Marika
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Intercity - Agrigento Trasgressiva

Me ne stavo, come ogni venerdì sera, sull’intercity Roma Milano. Di solito avevo con me il mio bambino di otto anni, ma quella settimana era rimasto con il padre e la zia a Milano, così ero solissima. Sarei arrivata a casa non prima di mezzanotte, ed erano ancora solo le nove. Per fortuna d’estate c’è poca gente su questi treni di lavoro, e soprattutto pochissimi che tornano a Milano. Avevo trovato un discreto scompartimento, vuoto a Termini, ma con un compagno di viaggio da Civitavecchia. Leggevo un brutto libro giallo, comprato in stazione, giusto per far passare il tempo. Uno di quei best seller all’americana, dove l’avvocato scopre sempre l’assassino. Una pizza. Ne leggevo tre pagine e poi me lo appoggiavo sulle gambe, togliendomi gli occhiali e guardando nel buio della campagna, così, senza pensieri. Gli occhiali li avevo non perché non ci vedessi: erano solo per un leggero astigmatismo. Solo riposanti, ma trovo che mi donino. Mi danno un’aria seria, altrimenti sarei proprio una bambina. Ho trentasei anni, e non sono niente male. I capelli biondi, con occhi da gatto soriano, come mi aveva detto mio marito, quando eravamo ancora fidanzati. Uffa, c’era un ciuffo di capelli che non voleva stare al suo posto. Mi veniva sempre davanti agli occhi e dovevo quasi meccanicamente spostarlo, per cercare di farlo stare con gli altri, tesi da un nastrino sulla nuca. Dio che scomodi questi treni: ogni dieci minuti dovevo cambiare posizione, ed accavallare le gambe dall’altra parte. La gonna mi saliva un po’, e sono quasi sicura che il mio compagno sbirciava le cosce. Era poco più che un ragazzo. A naso gli davo trent’anni. Anche lui leggeva un libro simile al mio. E anche a lui pareva che non piacesse poi tanto. Sbuffava, lo posava, poi lo riprendeva, perdeva il segno. Ogni tanto mi guardava. Lui non si accorgeva che io lo sapevo, ma io sentivo il suo sguardo. Mi stava giudicando. Stava pensando che sono carina. Almeno lo spero. Tutto sommato fa sempre piacere ad una donna sentirsi ammirare. Feci una prova: posai il libro, tolsi gli occhiali e lo guardai dritto negli occhi. Arrossì e distolse lo sguardo, riportandolo sul libro, che a quel punto poteva anche essere a rovescio. Sì, non solo stava ammirandomi, ma probabilmente stava anche fantasticando su di me. Stava pensando come sarei stata nuda, o addirittura come sarebbe fare all’amore con me. Rimisi gli occhiali, e ripresi a leggere. Ma stava succedendomi qualcosa di strano, assolutamente insolito per me. Sapevo benissimo di essere piacente. Sul lavoro i colleghi sbavavano, ma al di là di scherzi e battute, non mi era mai passato per la testa di…..come potrei dire….eccitarmi per qualcuno di loro. Ora invece, in modo assolutamente non controllabile, avvertivo i segni fisici dell'eccitazione. Praticamente l’unica volta che mi ero sentita così era stato molti anni prima con mio marito, o meglio, allora ancora fidanzato, quando avevamo preso una stanza d’albergo in riviera. Poi, mai più. Il sesso con Giorgio, mio marito, era bello, piacevole, ma niente di speciale, e poi…abbastanza raro. Ora sentivo che i peli delle braccia si tiravano su da soli, avevo un aumento della salivazione, dovevo deglutire spesso, e soprattutto sentivo la vagina che si stava bagnando, ma in un modo quasi eccessivo. Temevo quasi di macchiare la gonna bianca. Mi resi conto di avere anche la bocca semiaperta. Era splendido, inatteso e….. spaventoso. Mi stavo eccitando solo perché un ragazzo, di fronte a me, mi aveva guardato le cosce, ed era arrossito quando lo avevo scoperto. Senza quasi accorgemene, mi tolsi di nuovo gli occhiali, li posai sulla poltrona accanto e misi il libro sulle gambe; ma questa volta non le tenevo più accavallate. Tenevo le cosce vicine, quasi a trattenere il liquido che mi stava sgorgando dal sesso, ma lentamente mi resi conto di allargarle, con conseguente risalita della gonna. Il mio dirimpettaio subito sembrava assorto nel suo maledetto libro, ma quando feci quel movimento ebbe un sussulto, ed io vidi chiaramente dove andò a posare lo sguardo. Portavo delle minimutandine azzurre che non avrebbero coperto neanche un francobollo, quindi, dalla sua posizione, in quel momento, lui stava vedendo la mia fica. Impercettibilmente, ma con costanza, continuai ad allargare le gambe. Lui era impietrito. Poi però fece il gesto come di stirarsi, allungò le gambe, ed i suoi piedi toccarono i miei. Dio, era un banale contatto tra due scarpe, ma io mi sentii come se mi avesse penetrato nel profondo dell’utero. Ormai alla gonna non ci pensavo neanche più. La sua mossa successiva mi lasciò interdetta: si tolse una scarpa, e cominciò ad accarezzare, con il piede nudo, l’interno delle mie gambe. Madonna. Rimaneva lì, continuando nel suo movimento con il piede. Fui io a prendergli il piede e a condurlo su, in mezzo alle cosce. Ormai ero quasi distesa sulla poltroncina dello scompartimento, con le gambe divaricate. Il suo piede si fece strada, con le dita riuscì a spostare il piccolissimo diaframma rappresentato dalla mutandina, e l’alluce si infilò facilmente nella mia vagina iperlubrificata, aperta a tutto. Dio stavo già venendo, sentivo la marea dell’orgasmo che mi saliva dall’inguine al petto e al cervello. Dovetti forzarmi per non mettermi a urlare. Mugolavo. Sembravo davvero una gatta, ma era assolutamente irrefrenabile. Avevo gli occhi chiusi, credo anzi proprio serrati, a trattenere dentro di me tutte le grida che avrei voluto emettere. Sentii il piede che se ne andava via. Aprii gli occhi, spaventata. Temevo di aver sognato. No: lui si era inginocchiato davanti al mio ventre. Mi mise le mani sui fianchi, anzi, potrei dire che sollevò il culo con le mani, e avvicinò il mio sesso alla sua bocca, e cominciò a baciarmi, in questo abbraccio insolito, con le mani sulle natiche e la lingua che andava avanti e indietro sul clitoride. Mi sembrava di averlo gonfio e duro come un uccello di un uomo. Ad ogni passaggio sentivo dei tremiti che mi scuotevano dalla testa ai piedi. Anche la lingua andò dentro la vagina. Doveva averla lunga, perché mi sembrava che me la riempisse. Stava bevendosi tutto quel liquore che avevo cominciato a produrre fin da quando stavo ancora leggendo. Mi prendeva il clitoride tra le labbra chiuse, tirandolo verso di sé, succhiandolo, come si farebbe con un pompino, poi ridiscendeva con la lingua, e mi baciava la fica come fosse una bocca. Mi sollevò ancora un po’ e leccò anche il buchetto del mio culo. Mio dio. Sentii un calore mai avvertito prima, una sensazione di piacere così intenso che senza rendermi neanche conto, mi muovevo io a schiacciare la sua bocca su tutto il mio sesso. Gli presi la testa tra le mani, la sollevai appena, guardandolo. Era sconvolto, ma non più di me. Gli portai ancora una volta la bocca sulla fica, e poi gli sollevai la testa, lo portai sopra di me, gli misi la lingua in un orecchio, come lui aveva fatto con la mia fica, e, piano, ma distintamente, e stavolta in piena coscienza, gli dissi nell’orecchio una parola che credo di non aver mai pronunciato prima in tutta la mia vita. Gli dissi: chiavami. Si sollevò, fece scorrere la lampo dei suoi jeans, e davanti alla mia faccia comparve il suo membro eretto, turgido, durissimo, grande, bagnato. Lo presi con entrambe le mani, come un oggetto prezioso, ma fragile. Mio marito era un amante del pompino, ma a me non piaceva tanto. Lo facevo per fargli piacere. Questa volta quell’uccello avrei voluto divorarlo. Lo infilai in bocca, sempre tenendolo con tutte e due le mani, e feci scorrere le mie labbra sulla punta, avanti e indietro, solo sulla punta. Aveva un sapore di bagnoschiuma, misto a secrezione acre. Buono, anzi eccezionale. Avrei continuato per non so quanto: era la prima volta che godevo facendo un pompino. Fu lui a staccarsi. Gli guardai il volto. Era evidente che stava cercando di trattenere un orgasmo imminente. Mi spostò dolcemente, mettendomi distesa sulle poltroncine dello scompartimento, mi allargò le cosce con un gesto deciso e guidò il suo splendido uccello verso la mia vagina. Mi penetrò senza violenza, ma spinse il cazzo più in fondo che potè. Cristo, anche questa era una sensazione mai provata. Mi sembrava che dalla fica l’uccello mi arrivasse in gola. La sentivo piena, gonfia, stretta intorno a quell’immenso piacere fisico, ma anche cerebrale. Cominciò ad andare su e giù, lento, ritmico. Quando si ritraeva, quasi usciva, quando spingeva, andava fino in fondo, riproducendo ogni volta in me quella sensazione di ripienezza. Il mio ventre, il bacino, le natiche, il dorso, cominciarono a muoversi al suo ritmo. Venni di nuovo, ma questa volta all’improvviso, senza riuscire a trattenere un grido. Si tolse da dentro di me, spaventato. Temeva che il grido avrebbe potuto richiamare l’attenzione di qualche viaggiatore notturno come noi. Nessuno. Mi guardò. In silenzio mi girò a pancia in giù, e nuovamente guidò il suo cazzo verso la mia vagina da dietro. Non so assolutamente cosa mi passò per la testa in quel momento. So solo che come in un flash, ricordai la sensazione di prima, quando con la lingua mi aveva leccato il buco posteriore. Mi girai, lo guardai dritto negli occhi. In un soffio gli dissi: nel culo, mettimelo nel culo, voglio che tu me lo metta nel culo, non l’ho mai fatto prima, ma lo voglio. Sembrò sorpreso, ma si riprese subito. Si bagnò due dita, mettendosele in bocca, e poi lentamente, me le infilò nel buco strettissimo, piano, con dolcezza, e cominciò a muoverle. Era già eccezionale questo, ma io aspettavo il cazzo, lo volevo dentro il mio retto, volevo sentire l’ingresso di quell’enormità, goderne, sentendo magari male. Ma non mi tratteneva il pensiero del dolore. Sentivo che sarebbe stato meraviglioso. Mi mise la punta dell’uccello sul buco, e poi mi disse di spingere. Sentii la resistenza, la spada che perforava, piano, piano. Un po’ di dolore, appena un po’, come un lieve bruciore, mi fece emettere un ahi. Solo uno. Il cazzo era entrato tutto. Lo sentivo, enorme, strabordante. Una sensazione completamente diversa da quella di averlo nella fica, ma altrettanto piacevole. In un decimo di secondo pensai come sarebbe stato bello averne due, uno in fica ed uno in culo. Cominciai a toccarmi il clitoride, mentre il movimento dei nostri corpi ormai era totalmente sincronizzato e l’uccello andava avanti e indietro senza problemi. Lui si accorse che mi stavo toccando, e mi mise due dita in fica. Dio, che cosa fantastica. A questo punto fece una cosa assolutamente inattesa, almeno per me: uscì dal culo, e infilò il cazzo nella fica, mi diede quattro o cinque colpi, uscì, e si infilò nel culo. Quattro colpi. Fica, quattro colpi, culo, quattro colpi. Mi sembrava che tutto il mio corpo e la mia mente fossero concentrati in quei due canali, alternativamente riempiti e svuotati. Ero assolutamente fuori da ogni realtà. Il piacere che sentivo era di un’intensità non quantificabile, immenso. Non era un orgasmo acuto, era uno stato di orgasmo continuo. Avevo passato trentasei anni della mia vita senza conoscere il piacere, ma ora ne stavo veramente facendo il pieno. Credo che sia assolutamente inimmaginabile, per un uomo, voglio dire, un maschio, capire che cosa è il piacere di sentirsi riempire il corpo e la mente. Così non era neanche comprensibile per me quale fosse il tipo di piacere che sentiva lui. Ma credo, lo credo davvero, che il suo maggior piacere fosse quello di provocare il mio. E ci era riuscito benissimo. L’uccello stava ancora facendo la spola tra il mio culo e la mia fica. Istintivamente io non avrei mai smesso; ma altrettanto istintivamente, sentii che era venuto il momento dell’orgasmo anche per lui. Non avevo più alcun pudore. Girai il viso assolutamente stravolto dal godimento, lo guardai e gli dissi: dove vuoi venire, nel culo o in bocca? Si fermò un attimo, mi guardò. Guardò la mia bocca aperta. In bocca, disse. Mi girai, lo presi accuratamente in mano, e questa volta non mi limitai alla punta. Ingoiai fino in fondo alla gola il cazzo che mi sembrava enorme, ma che in bocca c’entrava benissimo. Poi mi ritrassi, poi di nuovo fino in fondo all’elsa. Sentivo la punta dell’uccello che mi toccava l’ugola, ma non mi dava alcun fastidio, anzi. Anche così stavo godendo, come se anche in fondo alla gola ci fosse qualche terminazione sensibile al piacere sessuale. Ancora, su, giù. Mi prese la testa, la tenne ferma, e cominciò lui ad andare avanti e indietro, come se stesse chiavandomi nella fica. Mi stava scopando la bocca. La tenni aperta il più possibile. Mi dava gli stessi colpi che prima avevo sentito nel ventre, e se prima quando mi aveva penetrata fino in fondo mi sembrava che il suo uccello mi fosse arrivato in gola, ora quando affondava nella mia bocca, mi sembrava di averlo anche dentro la fica e dentro il culo contemporaneamente. Gemeva sempre più forte, in un climax di cui stavo attendendo con orgasmo la fine. Che arrivò, con uno spruzzo di sperma in gola, così abbondante che mi riempì la bocca, oltre a quello che ingoiai subito. Ingoiai anche quello che mi era rimasto in bocca, tranne un piccolo rivolo che uscì dalle labbra, a rigarmi il mento, cadendo sulla coscia. Lo ripresi col dito, e lo rimisi in bocca, a non perderne neanche una goccia. Ero certa che non avrei mai più potuto fare l’amore in questo modo, e che non avrei mai più provato quell’incredibile, immenso, inatteso, femminile piacere di essere riempita da un uomo.
Prego, signori, i biglietti, per favore.

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30/01/2006 21:45

tony

peccato che non viaggio in treno

29/11/2006 12:55

brucaliffo

francamente non credo che sia una donna ad aver scritto questa storia!troppo ben raccontata m da l idea che sia un uomo l autore.cmq nel caso in cui fosse veramente una donna l autricefaccio i miei piu vivi complimenti sperando di vedere altre storie della stessa scrittrice

25/11/2006 21:51

CENSORE

Un bel racconto, non nascondo di aver provato emozioni molto belle nell'aver immaginato la scena.

22/01/2006 09:33

Vince70

Daccordo con Byron, ho la sensazione che il racconto sia scritto da 1 uomo, ma è stato cmq piacevole passare 5 minuti ad immedesimarsi nel tuo compagno d viaggio Marika. Semmai desiderassi donarmi la conferma che 6 1 donna fallo qui: XXXXXXXXXXXXXXXX.

21/01/2006 17:20

gay

Se anche fosse non ci vedo niente di male, anzi, tanto di cappello alla sua fantasia e creatività, davvero brava/o a scrivere!

21/01/2006 14:41

max

bel racconto ma le similitudini con i genitali maschili fanno capire che sei uomo. magari che hai voglie bsx o gay.scrivi bene. sei lucido e intelligente.ma secondo me sei un uomo sei bsx passivo e vuoi provare un'esperienza cosi.te lo dice uno che e' laureato in psicologia all'universita' di milano.e psicologo a milano,con specializzazione in scrittura.mi spiace ma sei stato troppo esplicito.

21/01/2006 05:02

faustino

HAI MAI PROVATO QUANTO SIA ECCITANTE TOCCARTI MENTRE LA VOCE DI SCONOSCIUTO TI INCITA AL TELEFONO????

20/01/2006 16:39

seppia

ma sui treni non ci sono le cimici???

20/01/2006 12:14

Fabio // 77

Marika, anche a me è successo lo stesso in treno Roma/Palermo, se ti va di incontrarci o sentirci solo per il fatto che abbiamo vissuto la stessa esperienza io sono di Torino, XXXXXXXXXXXXXXXXXX. ciao

18/01/2006 12:41

tv

bel racconto...ma troppo bello per essere vero....magari in un intercity è + probabile una sveltina

18/01/2006 12:27

pippo

grande marika, quand'è che prendi un treno dalle parti di ferrara?

17/01/2006 18:43

lothar

finalmente qualcuno che sa'scrivere.pero'sa'tanto di fantascienza.comunque almeno non ci sono culattoni!

17/01/2006 17:46

Giuseppe

Sei veramente fantastica...mi piacerebbe esser potuto esser io il tuo compagno di viaggio...se hai piacere contattami...potremmo chiaccherare un po'...Spero a presto...

17/01/2006 16:14

Giovanni da lecce

che fortuna per quel ragazzo trovarsi con una bella gnocca in treno e fare l'amore.... ogni volta che sono partito ho travato nel mio scompartimento solo rompicoglioni... ciao marika

16/01/2006 19:31

Gino

Daniele...vai a fartelo stroncare fra le mele!!! "E tu sai bene cosa sei..." Levati dai coglioni moralista dei miei coglioni, che cazzo ci vieni a fare su questo sito se non a leggere le storielline che uno come te se le sogna e basta??? E speri solo sia di fantasia... ah ah ah! Che idiota! Magari il cornutazzo sei proprio te eh???

16/01/2006 13:41

sandro

dieci e lode!

16/01/2006 04:22

tradizionalista

finalmente un racconto etero ...W la figa!!!!!

15/02/2006 16:46

Luke, Frank e Ago

Di farlo con tre uomini ti è mai passato per la testa ... se si ... scrivici

15/01/2006 23:07

Daniele

La storia è buona e scritta bene. Spero solo che sia di fantasia, se no tuo marito è un cornutazzo e tu sai bene cosa sei...

15/01/2006 15:13

Gino

Semplicemente fantastica. Complimenti! Uomo o donna non importa, è la storia più eccitante che abbia letto, inutile dire che sarebbe meraviglioso conoscerti...

15/01/2006 13:38

alain65

Non so se sei un maschio o una femmina. Come femmina sembreresti troppo lucida nel saper cosa eccita un maschio.come maschio se il racconto non è vero, certo sai quel che vuoi e quel che piace a tutti noi. Detto questo, finalmente un racconto di qualità. Congratulazioni

15/01/2006 13:37

alain65

Non so se sei un maschio o una femmina. Come femmina sembreresti troppo lucida nel saper cosa eccita un maschio.come maschio se il racconto non è vero, certo sai quel che vuoi e quel che piace a tutti noi. detto questo, finalmente un racconto

15/01/2006 10:24

sovert

ma con tutte le porcherie di sarafaggi tossici ed extra comunitari che non si lavano,che frequentano i treni non avevi paura di prendere qualche brutta malattia????

15/01/2006 04:32

byron

Gran bel racconto, mi sono eccitato. Ma devo dir che sembra il racconto scritto da un uomo. Quindi ben fatto a chi l'ha concepito.

14/01/2006 18:28

Augusto

Ciao Marika se vuoi fare il bis,sono anche io di civitavecchia

13/03/2006 16:28

insonne

brava... da ripetere

11/05/2013 04:55

privato

sono venuto

09/03/2006 22:02

rompifighe

A mè ste fortune mai vero??

08/05/2006 20:57

Ventenne

se passi da forlì magari ti fermi che ti faccio un lavoretto del genere????magari anche migliore........

08/04/2006 19:53

caio

era ora che qualcuna/o scrivesse racconti sulla figa, basta di questi ricchioni

08/02/2006 16:35

patricia

carissima stai attenta,se usi contemporaneamente fica e culo ti becchi una bella cistite

07/03/2006 00:46

Drago

Non ti piace farti leccare anche i piedi?

06/02/2006 15:38

stefano

cornutooooooo...........sognatele bene queste storie cornutazzo fetusooooooo

02/02/2006 14:32

Marino

mi hai fatto rivivere una storia vissuta.. non sei per caso tu???

01/02/2006 23:43

al

spero di non essere tuo marito... cmq complimenti....hai scritto in modo splendido stimolando l'immaginazione di tutti

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