• Pubblicata il
  • Autore: Ivana50
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Sul lavoro - Agrigento Trasgressiva

Quando ancora lavoravo come impiegato amministrativo mi capitava ogni tanto di prendere l'auto della ditta per andare sul luogo a ricevere pagamenti per delle fatture; ricordo che proprio una di queste volte, in un autogrill ero andato per un pranzo frugale, ma volevo lo stesso lo stesso sedermi e prendermi un pò di tempo, purtroppo tutti i tavole erano occupati per intiero, solo un tavolo era occupato da una sola persona, così mi sono avvicinato ed ho chiesto se potevo dividere il tavolo con lui, la persona che occupava il tavolo mi ha guardato, mi ha sorriso e mi ha pregato di tenergli compagnia, mi colpì subito il suo viso, emanava una dolcezza, una serenità una calma che non avevo trovato in nessuno fino allora, il viso era circondato da una leggera barba incolta, ci mettemmo a parlare piacevolmente e mi disse che era in pensione da pochissimo e siccome la pensione di un dirigente era piu' che buona e che lui era solo, gli piaceva girare per autogrill perchè così non mangiava solo; gli chiesi allora se avesse avuto una moglie e lui candidamente mi confessò che era gay, gay da sempre e i pochi amici che aveva una volta arrivata la pensione si erano trasferiti in paese di villeggiatura, ero sempre piu' affascinato, ammaliato da questo uomo, rimanemmo a parlare fino dopo un pò il nostro pranzo e alla fine anch'io gli confessai la mia omosessualità, una omosessualità nata quando ancora ero ragazzino, poi nascosto e ultimamente deflagrata, ricordo che al signore la mia confessione gli piacque moltissimo, gli si illuminarono gli occhi, ci prendemmo le mani, ce li stringemmo, poi mi sedetti vicino a lui, mi mise un braccio sul collo e... ci baciammo, baci tenerissimi al riparo della vista di altre persone, gli misi una mano sulla patta e notai che il suo uccello si era rinvigorito, ad un tratto ci alzammo in piedi insieme ed insieme uscimmo dal ristorante, prendemmo le nostre auto ed io lo seguii, lo segui fino a casa sua, distante una diecina di chilometri dall'autogrill.
La casa era una piccola villetta, diciamo una 60 di mq. circondata però da un bellissimo giardino in fiore, mi vide parcheggiare vicino la sua macchina, non mi aspettò ma lasciò la porta socchiusa, così entrai in quella casa, lui mi venne incontro già in vestaglia, ci baciammo ancora, poi mi prese la mano e mi condusse in bagno, su una piccola sedia c'erano delle mutandine rosa e delle calze autoreggenti rosse ed una vestaglia di un forte colore rosa, mi lavai accuratamente ed indossai la biancheria intima, usci dal bagno profumavo come una troia, visto che mi ero messo del profumo che avevo trovato; lui appena mi si avvicinò mi sorrisde compiaciuto del profumo, mi abbracciò e io mi accucciai nel suo abbraccio, iniziammo a baciarci, baci sempre piu' caldi, piu' roventi, le nostre lingue si attorcigliavano fra di loro, poi mi prese ancora per mano per condurmi in stanza, mi fece sedere sul letto, poi mi prese le gambe e se le appoggiò sulle sue spalle, mi vene piu' vicino e scostandomi le mutandine, mi entrò dentro, iniziando subito a scoparmi, un andirivieni lento, voleva farmi assaporare per intero il suo uccello che entrava in me sempre di piu,e intanto che mi scopava scendeva e mi baciava,mi faceva sempre piu' sua, la sua donna per un giorno ma io volevo che quel giorno non passasse mai, quando mi entrò tutto dentro allora aumentò sempre piu' il ritmo, iniziò a parlarmi al femminile ed io ero felice, felice che mi chiamava per donna, ero la sua donna, allora iniziai ancora a parlare come fossi una femmina, la sua femmina"Si amore, sono qui, la tua donna è qui con te, ti amo, io ti amo e voglio essere tua, prendimi, fammi tua"
"Si amore, ora sei la mia donna e stiamo facendo l'amore, ti voglio mia".
Si ci amavamo,ed io mi sentivo veramente sempre piu' suo e mi sarebbe piaciuto molto diventare veramente la sua donna, abitare con lui, vestirmi da donna, sia di giorno che di notte, magari effeminarmi e prendere un pò fattezze da vera donna, ma poi pensavo che gli piacevo com'ero e non avrei cambiato, intanto continuava a scoparmi, il mio amore era anche resistente, cosa pretendere di piu',lui continuava a baciarmi e scoparmi con gran foga, purtroppo e insisto nel purtroppo anche lui venne, un urlo ed il mio culetto si riempì della sua calda sborra, poi una volta uscito gli ripulli l'uccello delle ultime gocce di sborra.
Rimanemmo ancora abbracciati per lungo tempo, poi me ne andai una volta cambiatomi; lui ancora con un bacio mi convinse a tenere la biancheria intima, me la regalava.
Non ci demmo nessun cellulare, io sapevo dove abitasse e se volevo potevo sempre andare a cercarlo, però mi disse che gli sarebbe piaciuto trovarci ancora in un autogrill per far ritornare l'atmosfera creata fra di noi, lo baciai ancora e me ne andai.

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25/05/2006 00:34

dipnite@yahoo.it

Avete ragione, noi froci siamo esseri inferiori e siamo il marcio della società.

19/05/2006 10:27

dio

ma perchè un recchione devi chiamare il suo "uomo" <sei la mia donna?> Cazzo di invertiti...

19/05/2006 01:06

barabba

frocia!

18/05/2006 23:30

waspstar

busone

05/04/2007 00:38

Picchio

Beh, a me prenderlo nel culo piace, specialmente se mi inculano con una certa grazia virile.... Bella storia..... davvero!

01/06/2006 01:20

LA MUMMIA

MA CHE SCHIFO INVECE DI LAVORARE FAI IL FROCIO MA POI ALLA FINE DEL LAVORO TI RILASCIANO ANCHE UN FONDO TFR PER LA CULOTTAGINE E UNA PENSIONE PER LA RICCHIONAGGINE?

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